domenica 27 marzo 2011

Presidio 2 Aprile a Brescia

ATTENZIONE!
I PARTITI, LE ASSOCIAZIONI, I MOVIMENTI CHE VOLESSERO ADERIRE ALLA MANIFESTAZIONE POSSONO SCRIVERE A:


OPPURE LASCINO UN COMMENTO QUI SOTTO.
GRAZIE.

IL COMITATO "SE NON ORA QUANDO" BRESCIANO

domenica 13 marzo 2011

4 passi: dall’8 al 12 marzo

Dal blog comitato "se non ora quando" Roma.
Riflessione di Enrica Salvatori, docente dell'Università di Pisa:


8 più 4: 12
Molti in questi giorni, dopo l’inaspettato exploit della prima manifestazione organizzata dal comitato “Senonoraquando” il 13 febbraio scorso e l’indubbia nova carica politica e sociale data alla giornata delle donne l’8 marzo, molti si chiedono se questo rinato movimento al femminile avrà la forza di trasformarsi in qualcosa di veramente innovativo per la società italiana contemporanea oppure si esaurirà nella rivendicazione di alcuni diritti negati.
Personalmente sono convinta che ci siano le potenzialità perché il comitato possa realmente intercettare le migliori e più vitali correnti di rinnovamento e di ribellione che attraversano la nostra penisola. Lo potrà fare solo se utilizzerà la chiave di lettura al femminile della società in senso largo, come uno strumento per modificare non solo la condizione della donna ma l’assetto della società intera.
Quattro passi devono essere fatti perché questo possa accadere.
Il primo riguarda la lotta alla corruzione a ogni livello della società e in primo luogo nelle istituzioni:

sabato 12 marzo 2011

Stati generali delle Donne.

di Luciana Cimino, L'Unità, 10 marzo 2011
Stati generali delle Donne. Da convocarsi quanto prima con tutte le associazioni e le realtà che fanno riferimento al mondo femminile. E’ una delle proposte dell’associazione di Nuovo, fatta propria da una parte del coordinamento “Se non ora quando?”, lanciata con forza al termine di un dibattito con il pubblico che ha seguito lo spettacolo “Libere”, atto unico di Cristina Comencini per la regia della sorella Francesca, andato in scena al teatro Ambra Jovinelli di Roma martedì sera per la giornata dell’8 marzo.
La pièce è un dialogo tra una donna matura, interpretata da Lunetta Savino, protagonista delle battaglie femministe degli anni 70, e una giovane, Isabella Ragonese, precaria. Le due si studiano, tentennano, alla fine si raccontano e si cambiano illusioni e disillusioni. Chi a fatica ha cresciuto tre figli, chi invece, causa precarietà della vita e dei sentimenti, non può avere figli; chi ha lottato per i diritti e si chiede «dove siamo finite poi? Perché ci siamo rinchiuse ognuna nella nostra casa?»; chi, come la giovane Ragonese, le rimprovera «ci avete educato alla libertà, al rispetto di noi stesse, siamo andate nel mondo piene delle vostre aspettative. Solo che fuori non ne sapevano niente e tutto andava nel solito vecchio modo».
La sala dell’Ambra Jovinelli è affollata. La gran parte è reduce da una giornata di manifestazioni. A piazza Vittorio, con il comitato “Se non ora quando?” o al corteo delle donne in rosso

martedì 8 marzo 2011

8 Marzo 2011-Roma

RIMETTIAMO AL MONDO L’ITALIA: LE DIMISSIONI IN BIANCO

C’era una volta una legge.
Ora, naturalmente, non c’è più.
La legge 188 del 17 ottobre 2007 era nata per impedire la pratica delle cosiddette dimissioni in bianco, un vero e proprio abuso di potere compiuto nei confronti di lavoratrici e lavoratori.
Cos’ è la dimissione in bianco? È una lettera di dimissioni volontarie, senza data, che il datore di lavoro può far firmare al lavoratore al momento dell’assunzione.

domenica 6 marzo 2011

giovedì 3 marzo 2011

Rimettiamo al mondo l'Italia. Brescia


INVITIAMO TUTTE LE DONNE  AD UN INCONTRO PUBBLICO 
LUNEDĬ 21 MARZO   h. 19-21,30  C/O SALONE “DI VITTORIO” CAMERA DEL  LAVORO VIA FOLONARI 20  
                                                                                      

8 marzo 2011

8 marzo 2011 – Se non ora quando? Adesso

RIMETTIAMO AL MONDO L’ITALIA

L’Italia non è un paese per donne e noi vogliamo che lo sia.

Nell’anno in cui si celebra il 150esimo dell’Unità d’Italia, diamo ancora più valore all’8 marzo, giornata nata più di un secolo fa per onorare le lavoratrici di tutto il mondo, diventata nel tempo festa delle donne e oggi occasione di rinascita per il nostro Paese.
Vogliamo un’Italia capace di stare nel mondo, in modo aperto e solidale con tutti i popoli, soprattutto con quelli che lottano per la libertà come ora quelli del Nord Africa.
Vogliamo che l’8 marzo sia, come il 13 febbraio, il giorno di tutte.
Delle donne che lavorano stabilmente fuori e dentro casa, di quelle che cercano lavoro e non lo trovano, delle lavoratrici costrette al lavoro nero, delle licenziate, delle precarie, delle tante che hanno lasciato lontano le loro famiglie per occuparsi delle nostre, e delle donne ridotte in schiavitù.
In Italia è diffusa una precarietà che non è solo di lavoro ma di vita. Coinvolge un numero crescente di donne e uomini.


Per tutti è un’ipoteca pesante sul futuro, ma la precarietà che pesa sulle giovani donne condiziona l’intera comunità nazionale e le sue prospettive. In Italia avere figli, una famiglia, è da tempo diventato un lusso. Noi vogliamo che per tutte e tutti esista la libertà di scegliere se e quando diventare genitori.
Perché si possa scegliere è necessario:


Congedo di maternità obbligatorio e indennità di maternità. Congedo obbligatorio di paternità. Norme che impediscano il licenziamento “preventivo”: niente più dimissioni in bianco.
Con il 13 febbraio abbiamo detto che la libertà, la dignità e la vita delle donne sono il presente e il futuro del paese, e il modo in cui vengono o non vengono raccontate nell’informazione e nei media è una grande questione nazionale.
Vogliamo perciò che questo 8 marzo sia anche la giornata in cui si discute di come i media rappresentano la realtà e del mestiere di giornalista.
Pensiamo che l’immagine dominante delle donne non possa ridursi al riflesso di un desiderio maschile stereotipato. Vogliamo un’informazione rispettosa e veritiera che dia conto di come le donne contribuiscono a costruire l’Italia.

Se non ora quando? Adesso

L’8 MARZO 2011 RIMETTIAMO AL MONDO L’ITALIA
Comitato SE NON ORA QUANDO