Brescia, 21 maggio 2011 - Sala Piamarta
domenica 22 maggio 2011
Madri e figli del mondo
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martedì 10 maggio 2011
Madri e figli del mondo
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martedì 3 maggio 2011
Una carta d’identità per SNOQ
Una carta d’identità per SNOQ
In se non ora quando su 2 maggio 2011 a 14:35 La mobilitazione delle donne del 13 febbraio in tante città e centri italiani e all’estero è stato un grande evento di popolo, ricchissimo per la molteplicità e pluralità di culture, di genere, di generazioni, politiche, sociali, professionali, delle persone convenute. Nella preparazione e nella gestione della giornata si sono messe insieme energie disparate, si sono accese e incontrate spontaneamente speranze e aspettative diverse.
Dal 13 febbraio non si torna indietro. Non vogliamo tornare indietro. La novità e la forza di SeNonOraQuando è dovuta a caratteristiche preziose e inedite che vanno riaffermate o se necessario promosse ovunque.
Tali caratteristiche qualificanti e originali di SNOQ saranno presenti e fondanti in tutti i comitati che desiderano definirsi e riconoscersi con quel nome e partecipare alla costruzione di un cammino comune.
Esse sono:
a) la libertà, la forza e l’autonomia delle donne in tutti i campi
Dal 13 febbraio non si torna indietro. Non vogliamo tornare indietro. La novità e la forza di SeNonOraQuando è dovuta a caratteristiche preziose e inedite che vanno riaffermate o se necessario promosse ovunque.
Tali caratteristiche qualificanti e originali di SNOQ saranno presenti e fondanti in tutti i comitati che desiderano definirsi e riconoscersi con quel nome e partecipare alla costruzione di un cammino comune.
Esse sono:
a) la libertà, la forza e l’autonomia delle donne in tutti i campi
Ai Comitati “Se Non Ora Quando?”
Dal comitato "SNOQ" nazionale:
Ai Comitati “Se Non Ora Quando?”
In se non ora quando su 2 maggio 2011 a 14:29 Quella del 13 febbraio è stata una straordinaria mobilitazione di popolo, guidata dalle donne, sull’intero territorio nazionale e non solo. Questo vuole dire che è stata affermata la loro centralità nella vita del nostro paese. Intorno alle loro parole si sono coagulati ed espressi aspirazioni, esigenze, sentimenti profondi e diffusi, una qualità politica nuova. E’ apparso chiaro che le donne costituiscono la risorsa più viva del paese e che la loro forza e le loro ragioni sono indispensabili per porre termine al declino della vita culturale, economica civile e politica dell’Italia.
Il piacere del ritrovarsi assieme, nel rispetto della libertà e differenza di ciascuna, ha segnato quella giornata ed ha reso evidente che dimensione collettiva e libertà individuale non sono in contrasto e che è possibile stabilire un nuovo legame tra coscienza di sé e azione collettiva. Una nuova stagione del movimento delle donne italiane è possibile.
Il piacere del ritrovarsi assieme, nel rispetto della libertà e differenza di ciascuna, ha segnato quella giornata ed ha reso evidente che dimensione collettiva e libertà individuale non sono in contrasto e che è possibile stabilire un nuovo legame tra coscienza di sé e azione collettiva. Una nuova stagione del movimento delle donne italiane è possibile.
domenica 1 maggio 2011
Le povere donne italiane
Le povere donne italiane, La Stampa
L'ultimo rapporto Ocse denuncia la difficile situazione di un Paese in cui la disoccupazione femminile è altissima, e i figli pochi
FLAVIA AMABILE
L’Ocse lo chiama «il dilemma italiano». E gli dedica un capitolo specifico in uno studio - intitolato «Doing better for families» al puzzle senza soluzione delle condizioni economiche di quello che un tempo era il Bel Paese.
Difficilissimo conciliare lavoro e figli per la mancanza di politiche familiari. Le donne, quindi lavorano meno che in altri Paesi avanzati ma, paradossalmente, fanno meno figli.
A rendere anche più drammatico lo scenario è il dato sulla povertà infantile arrivato al 15%o, molto superiore alla media Ocse del 12,7%, al decimo posto su 34 Paesi in elenco. Circa l`88% dei bambini che vivono con un solo genitore disoccupato sono poveri
L'ultimo rapporto Ocse denuncia la difficile situazione di un Paese in cui la disoccupazione femminile è altissima, e i figli pochi



L’Ocse lo chiama «il dilemma italiano». E gli dedica un capitolo specifico in uno studio - intitolato «Doing better for families» al puzzle senza soluzione delle condizioni economiche di quello che un tempo era il Bel Paese.
Difficilissimo conciliare lavoro e figli per la mancanza di politiche familiari. Le donne, quindi lavorano meno che in altri Paesi avanzati ma, paradossalmente, fanno meno figli.
A rendere anche più drammatico lo scenario è il dato sulla povertà infantile arrivato al 15%o, molto superiore alla media Ocse del 12,7%, al decimo posto su 34 Paesi in elenco. Circa l`88% dei bambini che vivono con un solo genitore disoccupato sono poveri
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