venerdì 23 settembre 2011

Assemblea aperta


Le DONNE di “SeNonOraQuando”

INVITANO TUTTE LE DONNE

Lunedì 10 OTTOBRE alle ore 20.30
    presso la Sala PIAMARTA
 Via S. Faustino 70/A BRESCIA
Condividiamo l'INCONTRO NAZIONALE DI SIENA
Discutiamo delle MANOVRE DEL GOVERNO

in vista della
GIORNATA delle DONNE INDIGNATE
di SABATO 15 OTTOBRE
in Corso Zanardelli
QUALI OBIETTIVI E QUALI LOTTE 
DA FARE INSIEME?
Locandina


Il Comitato Promotore di SE NON ORA QUANDO? – Roma, 14 settembre 2011
NO, NON CI STIAMO!




Abbiamo offerto un patto al nostro paese: facciamo dell’Italia un luogo vivibile anche per le donne, ambiando lo stato sociale, arrestando la tendenza al declino, riportando l’Italia al centro dell’Europa. Siamo convinte che senza questo patto non si esce dalla crisi istituzionale, politica, economica e morale che sta strangolando la società italiana.
L’ unica risposta arrivata è questa manovra.

ECCOVI LA MAPPA :
SIAMO QUI. PRIMA DELLA MANOVRA
- Le donne italiane lavorano 60 ore alla settimana, più di tutte in Europa.
- Solo il 46 % ha un’occupazione; la media europea è del 60%.
- L'Italia è al 21esimo posto tra i paesi industrializzati per l'indice di benessere delle donne madri.
- 3 milioni e mezzo sono le donne che non lavorano per assenza di servizi.
- Solo il 18 % dei bambini trova posto nei nidi.
- 800.000 sono le donne licenziate o costrette a dimettersi per la maternità.
- Se lavorano, le donne hanno salari del 30 % più bassi degli uomini a parità di mansioni.
- Le donne anziane sono le più povere e percepiscono le pensioni più basse per avere accudito, nel corso della loro vita lavorativa, figli, nipoti, genitori.
- Le donne giovani sono più precarie dei giovani uomini e più laureate. Pagheranno la precarietà: oggi con l'incertezza del futuro, domani con una pensione misera.
- Le donne sono marginali nella vita pubblica, perfino più che in alcuni paesi in via di sviluppo.

SIAMO QUI. DOPO LA MANOVRA
Sono soprattutto donne i pubblici dipendenti che garantiscono il funzionamento delle scuole, degli ospedali e degli altri servizi: a loro la manovra, dopo aver già aumentato a 65 anni l'età pensionabile, rimanda l'erogazione della liquidazione, blocca gli aumenti salariali, non rinnova il rapporto di lavoro precario, diventato in questi anni la norma anche nel settore pubblico.
Alle donne che lavorano nel privato dal 2014 viene progressivamente aumentata l'età per aver diritto alla pensione, senza dare nulla in contropartita.
Cambieranno le norme per ottenere la pensione di reversibilità, percepite prevalentemente dalle donne.
I tagli indiscriminati e pesanti agli enti locali diventeranno tagli ai servizi: asili, trasporto pubblico per le scuole, assistenza agli anziani, fondi destinati alle fragilità sociali che andranno tutti a carico delle donne, giovani e anziane.
Lo Stato, dunque, abbandona a se stessi bambini, vecchi, malati, disabili, tanto saranno le donne a prendersene cura. Ovviamente gratis.
Infine l'articolo 8, che cancella diritti non negoziabili delle lavoratrici e dei lavoratori, renderà ancora più drammatica la vita delle donne.
Le scelte del governo sono dannose per le donne e inutili per tutti perché recessive. Non consentiremo che si continui a governare contro le donne e contro il futuro dell'Italia.

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